L’Innovazione del Tango e il Contributo di Juan D’Arienzo e Pugliese.

Juan D’Arienzo mentre dirige la sua Orchestra.

Il tango, inizialmente percepito come un genere rigido, fu rivoluzionato da Juan D’Arienzo, il cui stile vigoroso e ritmico ha portato i ballerini meno esperti sulle piste da ballo.

Il contributo di Rodolfo Biagi al pianoforte ha accentuato ulteriormente questo stile, spingendo il tango verso una nuova era di partecipazione attiva e collettiva.

Dalla Vecchia alla Nuova Guardia nel Tango

Durante gli anni ’30, il tango ha subito un importante cambiamento stilistico sotto l’influenza di Julio De Caro, marcando il passaggio dalla “Vecchia Guardia” alla “Nuova Guardia”. Questo periodo di rinnovamento ha introdotto un’interpretazione più sofisticata del tango, con D’Arienzo che successivamente ha ripristinato e promosso lo stile ritmico tradizionale.

L’Evoluzione Orchestrale degli Anni Quaranta del ‘900

Le orchestre degli anni ’40, seguendo l’esempio di D’Arienzo, hanno privilegiato il ritmo nelle loro esecuzioni. Tuttavia, con il tempo, si sono aperte a influenze innovative, incorporando arrangiamenti che hanno arricchito la scena musicale del tango con nuove opere ispirate dai primi tanghi.

L’Introduzione della Poesia nel Tango

Col passare degli anni, il tango ha abbracciato la poesia, arricchendo le performance musicali con narrazioni emotive e profonde che trasformano brani di tre minuti in epiche narrative. Questo aspetto ha migliorato notevolmente l’esperienza di danza, rendendo il ballo più espressivo e coinvolgente.

Il maestro Osvaldo Pugliese.

L’Eredità di Osvaldo Pugliese

Osvaldo Pugliese, simbolo del rinnovamento nel tango, ha lasciato un’impronta indelebile con la sua musica intensa e emotiva, che sfida i ballerini a esprimersi pienamente attraverso pause drammatiche e ritmi accesi. La sua musica non solo emoziona ma anche sfida le convenzioni, spingendo i ballerini a esplorare nuove dimensioni del tango.

L’Apprezzamento del Tango di Pugliese

Nonostante alcune critiche che lo definiscono difficile da ballare, il tango di Pugliese è celebrato dai milongueros per la sua capacità di intensificare l’esperienza emotiva del ballo.

La musica di Pugliese rappresenta per molti il culmine dell’espressione nel tango, rendendo essenziale la sua comprensione per ogni ballerino appassionato.

La Musicalità nel Tango

Imparare a ballare il tango di Pugliese richiede un’attenzione particolare alla musicalità, interpretando ogni cambio di ritmo e frase musicale come elementi di un discorso. Questo livello di sensibilità musicale eleva il ballerino da semplice esecutore a vero interprete, arricchendo profondamente l’esperienza di ballo.

In sintesi, la storia del tango è una continua evoluzione di stili e interpretazioni. Osvaldo Pugliese emerge come un pilastro fondamentale per comprendere e apprezzare la profondità e la complessità di questo affascinante genere musicale.

E tu cosa ne pensi delle evoluzioni musicali del Tango? Scrivilo nei commenti.

Passi ribelli e fazzoletti al vento: L’era dei Compadritos nel Tango

Il tango argentino, con le sue radici profonde nella cultura di Buenos Aires e Montevideo, non sarebbe ciò che è oggi senza la figura emblematica dei “compadritos“. Questi personaggi, spesso idealizzati o romanticizzati, hanno svolto un ruolo cruciale nello sviluppo e nella diffusione del tango, soprattutto tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Ma chi erano i compadritos, e come si riconoscevano nelle milonghe, gli ambienti dove il tango veniva praticato e celebrato?

Chi erano i Compadritos?

Il termine “Compadrito” nasce in modo dispregiativo tra coloro che aspiravano a diventare “Compadre”, identificando individui considerati inferiori in termini di personalità e proiezione sociale.

I compadritos erano giovani uomini, spesso di estrazione sociale bassa, che vivevano nei sobborghi di Buenos Aires. Caratterizzati da un atteggiamento sfacciato e provocatorio, erano considerati i “cattivi ragazzi” dell’epoca.

Erano considerati si atteggiavano anche fuori dalle milonghe con un atteggiamento da boss, anche se non lo erano. Ma le classi più ricche li associavano comunque alla malavita, girando spesso questi personaggi con un coltello in tasca.

Nonostante la loro fama di facinorosi, avevano un ruolo centrale nella nascita e nella diffusione del tango. Erano, in molti casi, figli di immigrati europei o meticci, o di contandini argentini immigrati in città dalle campagne, e la loro cultura era un mix di diverse influenze, che si rifletteva anche nel tango stesso.

In realtà erano più interessati a corteggiare le donne in milonge e ballare con loro che a scontrarsi fra di loro. Con il passare dei decenni il Compadrito emerge come un eccellente ballerino, attento alla cura del proprio corpo come strumento di seduzione, arricchendo il proprio repertorio con buona dialettica e simpatia. Queste qualità nei decenni gli consentirono di guadagnarsi una posizione vantaggiosa, facilitando l’ingresso nei circoli cittadini e l’interazione con i cosiddetti “niños bien” (ragazzi bene), che modellarono la sua personalità con le loro abitudini e maniere raffinate, pur mantenendo le distinzioni sociali e di classe.

I “niños bien” cercavano di apprendere il tango, specialmente nei primi anni del XX secolo, quando il tango aveva conquistato le notti parigine e le donne ammiravano gli argentini capaci di ballarlo bene. Essere argentino a Parigi, o in altre parti del mondo, era sinonimo di essere un ballerino di tango, un’associazione che persiste ancora oggi. Il Compadrito insegnò loro il tango e apprese a sua volta modi raffinati di comportamento, vestiario (come adattare e accorciare la giacca, indossare cappelli con la falda calata sugli occhi, e scarpe a punta con tacco militare), e un modo di camminare più leggero e sinuoso, arricchendo il suo vocabolario con parole e storie affascinanti.

Il Riconoscimento nelle Milonghe

Nelle milonghe, i compadritos si distinguevano per vari aspetti:

  • Abbigliamento: indossavano abiti particolari che li rendevano riconoscibili. Questi includevano giacche e scarpe scure, pantaloni larghi spesso a righe, camicie bianche, cappello che copriva quasi gli occhi e soprattutto, il fazzoletto al collo, simbolo della loro appartenenza. Il loro abbigliamento era sia una dichiarazione di identità sia uno strumento per impressionare, soprattutto le donne.
  • Stile di ballo: il loro modo di ballare era altrettanto distintivo. I compadritos introdussero nel tango movimenti audaci, provocatori e a volte acrobatici, che riflettevano la loro personalità ribelle. Erano maestri nell’uso del “corte”, un movimento improvviso che interrompe il flusso del ballo, e della “quebrada”, una posa drammatica che evidenziava la fisicità e la connessione tra i ballerini.
  • Atteggiamento: l’atteggiamento era forse l’elemento più distintivo dei compadritos. Tipi spacconi, dall’eloquio sciolto, ironici verso chi non appartiene al loro ambiente e non conosce bene i codici della città. Entravano nelle milonghe con un’aria di sfida, pronti a dimostrare la loro abilità nel tango ma anche a difendere il loro onore in eventuali scontri. La loro presenza era sinonimo di una certa tensione, ma anche di un’incredibile vitalità e passione per il tango.
  • Contributo culturale: al di là del loro stile e atteggiamento, i compadritos hanno svolto un ruolo fondamentale nella creazione e nella diffusione del linguaggio del tango. Hanno contribuito a sviluppare il tango come forma di espressione artistica e culturale, integrando elementi di varie culture e influenzando le generazioni future di ballerini.
  • La milonga: molti ipotizzano che le origini della milonga siano dovute ai compadritos che iniziarono a ballarla imitando e e prendendo in giro gli uomini di colore che ballavano il candombe

Conclusione

I compadritos sono figure chiave nella storia del tango argentino, non solo per il loro stile unico di ballo ma anche per il loro contributo alla cultura e all’identità del tango.

Nelle milonghe di fine ‘800 e inizio ‘900, si riconoscevano per il loro abbigliamento distintivo, il loro stile di ballo innovativo e il loro atteggiamento sfacciato, tutti elementi che hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo del tango.

Celebrare i compadritos significa quindi riconoscere le radici profonde e a volte complesse del tango, un ballo che continua a evolversi e a incantare ballerini e spettatori in tutto il mondo.

Come abbracciare nel tango

Allora ragazzi, mettetevi comodi e preparatevi a ridere un po’, perché stiamo per parlare di quella cosa stra-iper-super-seria nel tango argentino: l’abbraccio. Sì, avete capito bene, quel momento in cui due persone decidono se abbracciarsi come due koala o lasciare tra di loro lo spazio per un’intera pizza.

Prima di tutto, lasciatemi dire che questa faida tra l’abbraccio stile morsa di coccodrillo e quello stile “oh, sei lì? Non ti sento!” è diventata un po’ come quella tra i fan di Messi e Ronaldo.

Ma io dico, ragazzi, davvero? L’abbraccio nel tango è come la pasta al dente: c’è a chi piace “stecchita” come diceva un mio amico di Lucca, cioé che devi sentirgli l’anima e a chi piace più morbida. Come dire non è questione di quanti millimetri ci sono tra te e il tuo partner, ma di quanto bene si balla in quell’abbraccio insieme!

Ognuno a seconda del momento, della figura che vuole fare, della musica sceglie il tipo di abbraccio con cui si sente più a suo agio con la persona con cui sta ballando.

Perché, cari amici del tango, alla fine l’importante è la connessione, quella magia che si crea quando due persone si muovono insieme in sintonia totale. La bontà di un abbraccio dipende dalla qualità della sua connessione. Puoi avere un abbraccio stretto come un selfie di gruppo in una cabina telefonica o largo come un abbraccio virtuale, ma se non hai quella scintilla, amico mio, è come ballare con un lampione.

La magia del tango non è legata solo al tipo di abbraccio. Senza connessione nessun abbraccio apilado ti garantirà una tanda magica.

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L’espressione emotiva: Tango al di là del fisico.

Nel tango, oltre al livello fisico, c’è un altro livello altrettanto importante: è l’aspetto della propria espressione emotiva: Il tango è una danza di passione e espressione. Ogni movimento racconta una storia, riflettendo emozioni come amore, nostalgia, o gioia.

In questo linguaggio senza parole, dove ogni movimento, ogni passo trasmette un’emozione, una storia, un sentimento si crea la magia di un dialogo silenzioso di anime che danzano. E in questo dialogo più che i passi e le figure, è importante la comunicazione tra i ballerini. La danza diventa un modo per esprimere ciò che non può essere detto a parole.

La connessione ne tango è tutto. Come l'esprimere il proprio lato emotivo in un dialogo senza parole.

In ogni abbraccio di tango, c’è una storia raccontata. L’abbraccio nel tango non è solo un contatto fisico, ma un’espressione di vicinanza emotiva. Ogni coppia, attraverso il proprio abbraccio, racconta una storia unica, che può essere di amore, di complicità o anche di malinconia.

Quando danzi un tango che esprime amore, ogni movimento è morbido, i corpi si avvicinano delicatamente, gli sguardi si incontrano spesso. I passi possono essere lenti e melodici, seguendo il ritmo della musica in modo che parli di tenerezza e affetto.

Se invece ti senti nostalgico i tuoi movimenti possono essere più riflessivi e contenuti. La musica potrebbe guidare a passi che sembrano sospirare, con pause più lunghe e un’atmosfera di introspezione.

Capita di sentirti gioioso o euforica. Questo tuo stato d’animo inciderà sicuramente sul tuo modo di ballare è il tuo modo di muoverti sarà molto probabilmente caratterizzato da movimenti vivaci, forse anche giocosi. I passi possono essere più veloci, con giravolte e risate, riflettendo un senso di liberazione ed euforia.

Il tango è il ritmo del cuore che si vede con gli occhi. E’ un’espressione visiva delle emozioni interne. Il modo in cui i ballerini si muovono e interagiscono tra loro riflette ciò che sentono nel profondo.

Quindi nel tango argentino, l’espressione emotiva è tanto importante quanto la tecnica. È una danza che permette ai noi tangueri di esprimere i nostri sentimenti più profondi, creando un’esperienza che va ben oltre il fisico. Diventiamo narratori di storie inesprimibili a parole, usando i nostri corpi come strumenti per dipingere un quadro emotivo che parla direttamente all’anima.

E tu quanto lo vivi come un’esperienza fisica e quanto come una emotiva? Dillo qui sotto nei commenti.

Michele Moro – RED Vtj

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LE FIGURE NEL TANGO: IL GIRO

Il giro è una sequenza di passi che formano un giro o un cerchio attorno al leader.

In pratica il leader propone alla donna di girare intorno a lui, guidandola con la marca del busto e accompagnandola.

Ecco i principali dettagli utili per far bene questa figura fondamentale e comune nel Tango

  1. Struttura del Giro: Il Giro prevede una sequenza di passi: lato, veloce, veloce, lento, con una risoluzione di base. Questa sequenza viene descritta come una forma quadrata.
  2. Passi Dettagliati per Seguaci e Leader:
    • Il follower esegue un ‘Molinete‘ detto anche paseo: nel giro a sinistra i tre movimenti sono indietro, di lato, avanti. Si tratta più dettagliatamente del passo diagonale dell’ocho indietro, poi di un’apertura e poi del passo diagonale dell’ocho avanti. (è possibile fare il giro anche dall’altro lato, cioè il giro a destra)
    • mentre il leader fa un ‘Pivot‘ con entrambe le gambe in tempi diversi.
    • Queste azioni combinate creano il movimento di rotazione del Giro.
  3. Guida Passo-Passo: Il focus deve essere sulla rotazione del busto del leader e sul riabbracciare per cambiare angolazione. La guida deve avere un movimento regolare.
  4. Indicazioni per la follower: cercare di girare intorno all’uomo mantenendo sempre la stessa distanza dal centro del cerchio che è il proprio leader.